Cinghiali scatenati Due cacciatori ottantenni aggrediti nel Cuneese

Federico Lavanche
Federico Lavanche 8 Min Read

caccia al cinghiale

Domenica di caccia e cinghiali particolarmente irrequieti, se non furiosi. Nel Cuneese due cacciatori, dopo essere stati aggrediti, sono stati operati alle gambe per le lesioni riportate. Nell’Aretino invece a essere colpiti dall’animale in fuga sono stati due bambini.

Cuneo, 13 ottobre 2013 – Due cacciatori sono stati feriti da un cinghiale infuriato. E’ accaduto nel pomeriggio tra San Donato e Mango, nel Cuneese. I due, entrambi ottantenni, hanno riportato profonde lacerazioni alle gambe e hanno dovuto essere sottoposti a un intervento chirurgico in ospedale ad Alba. L’animale ha caricato la coppia e si è servito anche delle zanne. Altri partecipanti alla battuta di caccia hanno chiamato il servizio di soccorso 118.

1 – CHI

Il cinghiale (Sus scrofa Linnaeus, 1758) è un mammifero artiodattilo della famiglia dei Suidi. Per l’Italia sono state descritte le sottospecie Sus scrofa scrofa, Sus scrofa majori (Maremma), Sus scrofa meridionalis (Sardegna). Di fatto però, nell’Italia peninsulare l’identità genetica del cinghiale è compromessa  dalle massicce e ripetute immissioni a scopo venatorio, effettuate, a partire dal secondo dopoguerra, con soggetti centro-europei (di taglia maggiore) o
ibridati con il maiale (più prolifici).

2 – DOVE

Originario dell’Eurasia e del Nordafrica, nel corso dei millenni il cinghiale è stato a più riprese decimato e reintrodotto in ampie porzioni del proprio areale.

3 – QUANDO

La forma autoctona (nativa) delle regioni settentrionali italiane scomparve prima che potesse essere caratterizzata dal punto di vista sistematico.

4 – COSA

Aumento numerico della popolazione di cinghiale sul Carso triestino e fenomeni di inurbamento (cinghiali in città): danni ad attività umane, problemi sociali, sicurezza pubblica.

5 – PERCHE’

E’ stata attuata un’enorme attività di foraggiamento degli animali con lo scopo di fermarli nell’area peri-urbana e di farne crescere a dismisura il numero. L’attività di foraggiamento, finalizzata ad avere un’enorme quantità di selvaggina in aree facilmente accessibili, è stata eseguita dal mondo venatorio, anche con il supporto dell’ allora Comitato Provinciale della Caccia. Un’altra importante causa di inurbamento degli animali è il progressivo abbandono dei campi coltivati (con conseguente rimboschimento delle aree peri-urbane) e l’espandersi delle città a ridosso dell’Altipiano carsico, con frammentazione dell’habitat naturale.

6 – COMPORTAMENTO – SICUREZZA

I cinghiali, se non molestati o feriti, sono animali tranquilli e non aggressivi nei confronti dell’uomo, ciò vale anche per le femmine con i cuccioli. Si avvicinano all’uomo in quanto animali semi-domestici (spesso ibridati coi maiali e molto simili a questi ultimi) ed abituati perciò alla nostra presenza.

Sono animali sociali la cui unità base è costituita dalle femmine con i piccoli dell’anno ed eventualmente i giovani dell’anno precedente, mentre i maschi adulti conducono vita solitaria.

7 – SITUAZIONE LEGISLATIVA

Legge nazionale: 157/92, norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio. Compete alla Provincia o agli organi gestori di Parchi e Riserve naturali, rilevare le esigenze sul territorio, verificare lo stato di attuazione delle misure preventive dei danni (metodi incruenti ed ecologici) adottate, nonché proporre alla Regione l’adozione di un provvedimento in deroga. Sentito il parere dell’ISPRA la Regione potrà quindi autorizzare le azioni necessarie. L’abbattimento in deroga può venir autorizzato solo in caso di provata inefficacia dei metodi dissuasivi (incruenti) e deve essere giustificato da documentato pericolo per l’incolumità pubblica o in caso si prevedano ingenti danni economici. La L.R. 6/3/ 2008, n. 6 prevede un indennizzo per le opere non cruente di prevenzione dei danni da fauna selvatica (fondo per il miglioramento ambientale e la copertura di rischi, assegnato in parte alle province).

8 – SITUAZIONE ECOLOGICA

Al contrario di ciò che spesso si è portati a credere a causa di una scarsa e scorretta informazione, la presenza mas­siccia dei cinghiali nei boschi non è un problema ecologico (in natura non esiste il concetto di “troppi cinghiali”, il sistema infatti si autoregola) ma un problema sociale, di interazione tra questa specie ed alcuni esponenti della specie umana che lamentano danni a vigneti, orti e coltivazioni e/o sono colti da timori irrazionali ed infondati per gli animali.

9 – GESTIONE E CONTENIMENTO

1 – Recinzioni meccaniche o elettriche

I danni causati dai cinghiali a vigneti, frutteti ed orti potrebbero essere evitati con apposite recinzioni (ad es. rete interrata, recinzioni elettriche).

2 – Foraggiamento dissuasivo

Gli animali potrebbero essere allontanati dalle aree urbane allestendo delle stazioni di foraggio al di fuori dei centri abitati, o utilizzando delle coltivazioni esca, entrambi metodi validi e facilmente attuabili, già sperimentati con ottimi risultati in provincia di Pordenone. Questo metodo si è dimostrato valido anche per proteggere dai danni i campi coltivati.

3 – Repellenti chimici/biologici

Utilizzo di sostanze repellenti specie-specifiche che agiscono sul sistema olfattivo e gustativo. Siano esse di sintesi o di origine naturale, si reperiscono di solito in forma liquida e vanno applicate su stracci, corde, spugne, ecc. distribuite lungo il perimetro della zona interessata, si sono dimostrati particolarmente efficaci. Alcuni prodotti garantiscono la durata di diversi mesi.

4 – Gestione venatoria

Quando in un territorio viene abbattuto un certo numero di esemplari, il che avviene soprattutto in autunno ed in inverno, i sopravvissuti hanno un migliore apporto nutritivo. Gli animali così rinforzati si riproducono in primavera, prima e con un maggior numero di discendenti. Secondo recenti studi la caccia non rappresenta una soluzione valida per il contenimento dei cinghiali, tendendo anche a peggiorare la situazione a medio-lungo termine. Spaventando gli animali inoltre non si ottiene che soltanto un effetto temporaneo di allontanamento, presto compensato da altri individui.

10 – PER ULTERIORI INFORMAZIONI

MI.F.A. – Missione Fauna & Ambiente – onlus, sezione Trieste

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

Amici A. Serrani F. 2004 Linee guida per la gestione del cinghiale (Sus scrofa) nella provincia di Viterbo, Università della Tuscia, Dipartimento di produzioni animali – Provincia di Viterbo, Assessorato Agricoltura, Caccia e Pesca –

Juan Herrero . Alicia García-Serrano , Sergio Couto ,Vicente M. Ortuño , Ricardo García-González 2006, Diet of wild boar Sus scrofa L. and crop damage in an intensive agroecosystem

Il Cinghiale, la specie, la sua gestione e la prevenzione dei danni, 2006. Regione Autonoma F.V.G. direzione centralerisorse agricole, naturali, forestali e montagna. Servizio tutela ambienti naturali e fauna. Ufficio studi faunistici.

Oliver Keuling, Norman Stier, Mechthild Roth, 2008. Commuting, shifting or remaining? Different spatial utilisation patterns of wild boar Sus scrofa L. in forest and field crops during summer

Checchi .A., Montroni C. Repellenti olfattivi e gustativi nella prevenzione dei danni in agricoltura

(Poster). Dipartimento di Economia ed Ingegneria Agrarie (DEIAGra) – Sezione di Ingegneria del territorio, costruzioni e fisica – Università di Bologna

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Appassionato da sempre di animali di ogni genere, ho avuto la possibilità di allevarne molti, studiarli e apprezzarli. Non si finisce mai di imparare da loro.
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