Pitone Reale

Federico Lavanche
Federico Lavanche 10 Min Read

TASSONOMIA

Regno: Animalia
Phylum: Cordata
Classe: Reptilia
Ordine: Squamata
Subordine: Ophidia
Superfamiglia: Booidea
Famiglia: Pythonidae
Genere: Python
Specie: Python regius
Nome comune: Pitone reale, Ball python, Royal python

HABITAT E MORFOLOGIA

Il Pitone reale è un piccolo pitone africano che abita perlopiù le praterie e le savane dell’Africa centro-occidentale. Essendo un animale prettamente terricolo e notturno, trascorre le sue giornate nascosto in tane sotterranee, attivandosi al crepuscolo per uscire o cacciare le sue prede.
La sua lunghezza media varia dai 130 ai 150 cm.
Ha un corpo leggermente tozzo e massiccio e la testa ben distinta da quest’ultimo grazie al collo sottile. Come molti pitoni presenta gli speroni pericloacali, le fossette termorecettrici e gli occhi a pupilla verticale tipici degli animali notturni.
La sua livrea presenta uno sfondo che varia dal nocciola chiaro al marrone scuro ed un pattern nero che attraversa il dorso del serpente e scende lungo i fianchi con delle bande di spessore variabile. La testa è scura e bordata da due linee gialle, il ventre è invece di colore bianco con numerose macchie nere concentrate sui lati. L’occhio è nero o marrone scuro.

COMPORTAMENTO

Il pitone reale è uno dei serpenti più timidi e mansueti in assoluto. Facile a spaventarsi, se impaurito tende dapprima a nascondere il capo sotto il corpo per poi arrotolarsi su se stesso formando una palla. Non a caso, in America, il nome comune del Python regius non è Royal python, bensì Ball python.
Solitamente si lascia maneggiare con tranquillità, ma alcuni esemplari (perlopiù baby appena portati a casa), possono soffiare o mordere se infastiditi.
Un morso di pitone reale è non è comunque pericoloso né doloroso.

Pitone reale

TERRARIO

Il terrario per il Python regius dovrà riprodurre le condizioni ottimali per la specie in questione la cui vita, essendo un animale a sangue freddo, dipende da corretti valori di temperatura e umidità.
Per le dimensioni, bisogna sempre tenere a mente che il Python regius è un animale fossorio che passa le sue giornate nascosto in anguste tane abbandonate da roditori o altri animali. I serpenti in generale sono piuttosto statici e possono risentire di ampi terrari, sentendosi spaesati, quindi digiunando o essendo aggressivi. Per calcolarle dimensioni si procederà così: lato lungo + lato corto = lunghezza del serpente. Per un Python regius adulto di 130 cm basterà pertanto un terrario di base 80×50.
L’altezza è bene non sia eccessiva o potrebbe contribuire a stressare l’animale e dovrà pertanto aggirarsi tra i 30 e i 50 cm.
Per l’allevamento degli esemplari baby e subadulti è decisamente consigliato l’uso di contenitori di plastica o di fauna box: io stabulo i baby fino ai 300 gr in contenitori 40x20x10, i subadulti fino ai 1000 gr in vasche 60x40x20 e gli adulti sopra il kg in vasche 80x60x20.
Il riscaldamento dovrà provenire dal basso (tappetini e cavetti riscaldanti, vanno evitate le lampade riscaldanti  poiché seccano l’aria, consumano molto, disturbano l’animale, sono pericolose e innaturali) e dovrà coprire solo metà della base per creare una zona calda e una fredda.
Ogni fonte di calore dev’essere termostatata per avere una temperatura al suolo di 31 gradi.
L’umidità deve aggirarsi attorno al 55/65%, un valore facilmente ottenibile in un terrario non troppo grande e con una bacinella d’acqua.
E’ consigliabile l’uso di una tana stretta e bassa, posta sul lato riscaldato, che faccia sentire l’ofide al sicuro.
Come substrato, giornali e carta assorbente sono ottimi per quanto riguarda ingiene e praticità, i trucioli di faggio depolverati sono una buona alternativa in quanto più belli da vedere e non pericolosi in caso di ingestione accidentale. Da evitare trucioli di abete o polverosi, corteccia e sabbia.

ALIMENTAZIONE

I pitoni reali, come la maggior parte dei serpenti, sono predatori carnivori e si nutrono dunque con i classici topi o ratti interi, le prede per loro più nutrienti e bilanciate.
I baby andranno nutriti ogni 4-5 giorni, i subadulti ogni 7 e gli adulti ogni 10. La preda dovrà corrispondere all’incirca al 20% del peso del serpente. Ovviamente tutte queste linee guida lasciano margini di discrezionalità più o meno ampi, ad esempio l’intervallo tra un pasto e l’altro sarà più lungo se la preda offerta è più grande del dovuto, e con l’esperienza sarà possibile regolarsi ad occhio sulle dimensioni e il peso di quest’ultima.
I reali, nell’ambito della terrariofilia, sono diventati tristemente famosi per i loro digiuni che, nei periodi più disparati dell’anno, fanno apparentemente senza alcun motivo.
Spesso si tende a minimizzare il problema, dicendo che per loro è normale o consigliando di non preoccuparsi troppo se il nostro pitone ha un appetito altalenante per svariati mesi.
A mio modo di vedere, ciò deriva dal fatto che questi animali sono molto sensibili ai parametri, la dieta e l’ambiente a cui li sottoponiamo: molti digiuni liquidati come fisiologici sono infatti conseguenza di errori di stabulazione. Tuttavia devo ammettere di aver notato con quasi tutti i miei Python regius che nonostante un’ottima stabulazione tendono a digiunare durante i mesi più freddi dell’anno. Se il pitone non è denutrito non ci si deve preoccupare, basterà continuare ad offrirgli la preda ad intervalli un po’ più ampi e prima o poi, quando lo vorrà, riprenderà a mangiare normalmente.
E’ assolutamente consigliato l’utilizzo di prede morte e riscaldate a dovere se congelate, per evitare che il serpente sia ferito durante la caccia. Non sono rari infatti i pitoni uccisi da quelle che dovevano essere le loro prede. Purtroppo non tutti i reali accettano cibo morto, per cui se proprio non si riesce ad abituarlo ad esso, è bene sorvegliarlo quando mangia e non lasciare mai la preda per più di dieci minuti (fermo restando che un ratto può mordere e fare seri danni anche mentre viene costretto).
Per quanto riguarda l’integrazione di vitamine o calcio, essa è assolutamente inutile, in quanto i serpenti prendono tutto ciò che serve direttamente dalle prede, a differenza dei sauri insettivori o erbivori.

RIPRODUZIONE

I pitoni reali raggiungono la maturità sessuale mediamente intorno ai 2-3 anni di età, ma si conoscono casi di maschi riproduttivi a 6 mesi e di femmine riproduttive a 18. I primi dovrebbero comunque pesare sui 700 gr mentre le seconde non vanno fatte deporre ad un peso inferiore ai 1500.
Gli unici metodi sicuri per conoscere il sesso dei nostri pitoni sono il popping (estroflessione manuale dei peni) e il probing (inserimento di sonde nelle sacche caudali), da far effettuare ad una persona esperta.
Per riprodurli si aspetterà l’arrivo dei primi freddi invernali per ciclare le temperature, abbassando gradualmente quelle notturne a 25 (il freddo stimola la spermiogenesi e la crescita dei follicoli).
Dopo tre settimane si proverà ad introdurre il maschio, che – se tutto va bene – corteggerà la femmina e si accoppierà nelle ore successive.
Gli accoppiamenti vanno ripetuti a intervalli di circa 15 giorni e stimoleranno la crescita follicolare della femmina. Quando i follicoli raggiungono i 4-4,5 cm di diametro la femmina ovulerà (i follicoli saranno trasformati in uova ed eventualmente fecondati).
Dopo l’ovulazione si riporterà il punto caldo a 31 gradi costanti. Nei successivi 14 giorni la femmina avrà la muta pre-deposizione, dopo la quale basterà aspettare circa un mese per avere le uova, che saranno da 2 ad un massimo di 16 (il numero dipende principalmente dal peso della femmina).
Le uova potranno essere lasciate alla madre o incubate artificialmente a 31,5 gradi col 90% di umidità ed impiegheranno circa 60 giorni a schiudersi.

LEGISLAZIONE

Il pitone reale è un animale incluso nell’appendice II della Convenzione di Washington (Convention on International Trade in Endagered Species of wild fauna and flora, o CITES), allegato B del Regolamento UE 1996, e come tale dev’essere accompagnato, se detenuto, da un certificato che attesti che l’esemplare si trova al di fuori del suo habitat naturale.

Fonte: www.animalinelmondo.com

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Appassionato da sempre di animali di ogni genere, ho avuto la possibilità di allevarne molti, studiarli e apprezzarli. Non si finisce mai di imparare da loro.
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