Bullmastiff

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Origine, classificazione e cenni storici

Origine: Inghilterra.
Classificazione F.C.I.: Gruppo 2 – cani di tipo pinscher, schnauzer, molossoidi e cani bovari svizzeri.

Come tutti i molossoidi, gli antenati di questa affascinante razza, sono vissuti in secoli lontani. Il Bullmastiff odierno, invece, è relativamente recente, perché derivata da particolari incroci con diverse razze. Molti esperti suppongono che sia venuta fuori dall’accoppiamento di “Bulldog inglesi” con dei “Mastini”, altri pensano che sia stato l’incrocio tra il “Bulldog” e “l’Alano” a dar origine alla razza attuale. Come la maggior parte delle razze, non ci sono prove che possono dimostrare quale sia stato “l’accoppiamento di partenza”, si può solo supporre analizzando la morfologia della razza ed evidenziando le razze più simili ad essa. La persona che riuscì a fissare i caratteri di questa razza fu “Moseley”, che è indicato da molti come l’inventore del Bullmastiff. La razza venne riconosciuta ufficialmente nel 1924 e ebbe un immediato sviluppo in tutto il Regno Unito.

Aspetto generale

Cane di grande taglia e mole, mesomorfo brachicefalo. Il suo aspetto fisico è potente, con un’eccellente muscolatura e testa larga. Ha una forte costruzione che esprime forza.

Carattere

E’ una razza con un’intelligenza abbastanza sviluppata. Ha un buon temperamento. E’ un cane che sa alternare momenti di serietà, nei quali svolge perfettamente il suo lavoro di cane da guardia, e momenti in cui cerca l’affetto del padrone. E’ una razza che è stata selezionata, per molti anni, solamente per essere un perfetto cane da guardia; queste doti sono rimaste impresse geneticamente nel suo carattere, facendone veramente un perfetto guardiano. E’ un cane sufficientemente attivo e abbastanza resistente. Molto fedele e leale verso colui che lo accudisce.

Bullmastiff Rusty, cane Bullmastiff  dell’Allevamento “I Bravi Ragazzi” ( foto www.ibraviragazzi.com )

Bullmastiff Cucciolo di Bullmastiff ( foto www.ibraviragazzi.com )

Standard

Altezza:
– maschi da cm 63 a cm 69
– femmine da cm 60 a cm 66
Peso:
– maschi da kg 50 a kg 59
– femmine da kg 41 a kg 50
La taglia di un soggetto deve essere proporzionata al peso.
Tronco: abbastanza compatto e corto. Il dorso è corto e dritto. Il torace è largo e profondo.
Testa e muso: quadrata e forte. Deve presentarsi ben rugosa, quando il soggetto è in attenzione. Il muso è piuttosto corto, largo, quadrato e ben proporzionato al cranio. Lo stop e molto ben marcato.
Tartufo: largo e molto voluminoso. Non deve essere appuntito ma piatto.
Denti: regolarmente allineati, completi nel numero. Le mascelle devono essere di uguale lunghezza. Un leggero prognatismo è tollerato.
Collo: piuttosto muscoloso e di lunghezza giusta. Arcuato e con circonferenza all’incirca uguale a quella del cranio.
Pelle: abbastanza aderente al corpo.
Arti: sempre in appiombo, forti e muscolosi. Muscolatura ben sviluppata nel posteriore.
Spalla: possenti ed oblique.
Muscolatura:  molto sviluppata ed evidente in tutto il corpo.
Linea superiore: dritta e robusta.
Coda: con attaccatura abbastanza alta. Viene portata incurvata o dritta.
Orecchie: larghe e attaccate alte. Sono elementi importanti perché contribuiscono a dare alla testa la tipica forma quadrata.
Pelo: di uguale lunghezza in tutto il corpo, abbastanza corto e duro.
Colori ammessi: tigrato, fulvo (in tutte le loro sfumature). Il muso deve essere nero.
Difetti più ricorrenti: colori diversi da quelli indicati dallo standard, ambio, misure fuori standard, occhio chiaro, occhio giallo, mancanze di premolari, monorchidismo, criptorchidismo, coda deviata, orecchie portate a rosa, tendenza al pelo lungo, posteriore scorretto.

a cura di Vinattieri Federico – www.difossombrone.it

La verita sul carattere del Pastore del Caucaso

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Il pastore del caucaso, un cane fiero e arcaico. Fedele custode della casa e della famiglia.

Un cane non andrebbe mai scelto esclusivamente per l’aspetto estetico: specialmente quando si tratta di una razza impegnativa come il Pastore del Caucaso.
Acquistare un cane significa cercare un buon compromesso tra l’estetica e le doti caratteriali: sono queste ultime, infatti, che fanno sì che esso possa essere più o meno idoneo a noi e alla nostra famiglia.
Bisogna anche valutare un altro punto fondamentale e cioè se siamo in grado di gestire al meglio il soggetto senza arrecare danni al prossimo o a noi stessi.
Ogni razza si discosta dalle altre per carattere, oltre che per morfologia: esistono sempre concrete differenze individuali, che si riscontrano anche tra soggetti della stessa cucciolata (è questo è abbastanza ovvio perché ogni cane, essendo un essere vivente, è unico, irripetibile…e non clonabile, almeno in natura!), ma ogni razza possiede attributi caratteriali specifici che rendono un soggetto “tipico” esattamente come le caratteristiche morfologiche.
E alla voce “carattere”, lo Standard del pastore del Caucaso cita la forte diffidenza verso gli estranei e la mordacità.
In realtà questo cane ha un carattere forte ed equilibrato, ed è in esso che trova il suo punto di forza.
Da cucciolo è un orsetto goffo, lento, sgraziato nei movimenti e abbastanza docile…ma con il passare dei mesi le sue origini prendono il sopravvento.
E’ un cane fiero, coraggioso, schematico, con forte propensione al compito di guardiano, gerarchicamente dominante (con poche eccezioni) e, cosa molto pericolosa se sottovalutata, ben consapevole della sua forza, tanto da sembrare non curarsi né dei propri simili né degli estranei che gli gravitano attorno.
Il Caucaso è talmente sicuro di sé e dei propri mezzi da permettersi il lusso di valutare se un’eventuale minaccia possa essere degna della sua attenzione solamente quando se la trova realmente di fronte.
Notevole è la sua reattività (cioè lo spazio di tempo che serve al soggetto per decidere di agire una volta percepito il pericolo: minore sarà il tempo, più reattivo sarà il cane).
Il Pastore del Caucaso è un cane diffidente nei confronti dell’estraneo, di conseguenza sarà poco socievole al di fuori della propria famiglia.
Spiccato è in lui anche l’istinto alla difesa verso un potenziale pericolo, che affronterà in modo più che attivo; tecnicamente può essere considerato un cane mordace ma non è assolutamente un cane imprevedibile in quanto, prima di mordere, avvisa sempre con posture del corpo ben precise.
Altra caratteristica di questa razza è quella di non temere gerarchicamente l’uomo: per questo il rapporto che si deve instaurare con lui non deve essere legato alla cieca sottomissione, ma piuttosto al rispetto ed alla fiducia che dovremo guadagnarci giorno dopo giorno.
Il cane dovrà vedere in noi un solido punto di riferimento, in poche parole un “leader”.
Tutte queste sue caratteristiche, insieme alla sua reattività, fanno sì che il Pastore del Caucaso non sia un cane adatto a tutti.
Il carattere del cucciolo cambia attorno ai 9-14 mesi di età: questo cambiamento avviene abbastanza rapidamente ed il periodo preciso dipende dalla maturità del soggetto, determinata – oltre che dalla genetica – dalle esperienze ambientali e dalle esperienze intraspecifiche e interspecifiche che il cane ha potuto affrontare nel corso della sua vita.
Quando si porta a casa un cucciolo di Pastore del Caucaso è difficile immaginare quanto possa cambiare crescendo.
Un errore da non fare assolutamente è quello di istigarne l’aggressività.
Esso infatti è un cane per natura diffidente nei confronti dell’estraneo, combattivo e non predatorio: di conseguenza la sua aggressività si potrà esprimere solo quando il cane sentirà di avere le capacità fisico-muscolari adeguate e si sentirà sicuro dei propri mezzi.
Ho letto, nel corso degli anni, diversi articoli riguardo a questa razza: in gran parte di essi si dipinge il Pastore del Caucaso come un enorme cucciolone affettuoso ed accomodante, insomma un cane per tutti, anche se in grado, al momento opportuno, di trasformarsi in un micidiale guardiano.
Non è esattamente così, ed è giusto dire la verità: il Pastore del Caucaso è un cane impegnativo.
Equilibrato e sicuro di sé, necessita di un proprietario altrettanto solido psicologicamente.
E’ un cane poco docile, e come ho già detto bisogna sapersi guadagnare la sua fiducia ed il suo rispetto; non teme assolutamente l’uomo ed è inutile pensare di poterlo sottomettere con la violenza.
Necessita invece di un proprietario metodico, che lo sappia rispettare mantenendo comunque sempre una certa autorità…altrimenti il vostro miglior amico potrebbe trasformarsi in un nemico.
Il Caucaso è un cane primitivo, poco modificato dall’uomo.
Essendo psicologicamente molto forte metterà spesso in discussione la vostra leadership, quindi se non chiarirete in modo serio la vostra posizione gerarchica potreste avere in futuro parecchi problemi (per esempio cane che ringhia se vi avvicinate alla sua ciotola o alla sua cuccia).
Non tollera altri cani di uguale massa e potenza al suo fianco: non ama affatto i propri simili, e possiede anche pochi freni inibitori.
Come detto precedentemente, è un cane che reagisce alla minaccia in modo attivo, ma prima di passare all’attacco dà segnali chiari e inequivocabili.
Di fronte ad un potenziale pericolo, quando si trova al guinzaglio, il Caucaso emette un leggero ringhio, molto profondo, difficilmente udibile ma percepibile tramite la vibrazione del guinzaglio: alzerà poi la coda ondeggiandola ritmicamente e all’avvicinarsi del potenziale pericolo sposterà la testa di lato, ma continuando a guardare di traverso il bersaglio.
Quando quest’ultimo sarà alla sua portata, e il cane sarà sicuro di non sbagliare, sferrerà il morso.
Quando il Caucaso è di guardia alla proprietà, invece, si limita a controllare senza abbai e schiamazzi l’intruso che si avvicina alla recinzione. In qualche caso potrebbe permettergli anche di entrare: ma una volta entrato dovrà fare i conti con lui.
Quindi, se attraverso una rete vedete un Caucaso che muove la coda e credete che sia felice di vedervi o che vi voglia fare le feste…be’, non avete capito niente!
Quando un cane ringhia o abbaia verso il vostro Pastore del Caucaso ed esso non risponde, non è per codardia (almeno nella maggioranza dei casi), ma semplicemente perché non lo reputa degno delle sue attenzioni.
Esso è un cane forte fisicamente ma soprattutto psicologicamente e solido sotto il profilo nervoso.
Personalmente lo paragonerei a una Ferrari: è bella e veloce, ma se data in mano ad una persona che non sa guidarla può diventare molto pericolosa.
Sono stato uno dei primi in Italia a possedere un Pastore del Caucaso, e sono stato in Ungheria parecchio tempo per studiarli: ho così dedotto due cose.
Primo: sono poche, a mio avviso, le persone che possono gestire veramente bene un Pastore del Caucaso.
Secondo: per informarsi davvero a fondo sul pastore del Caucaso non bisogna affidarsi semplicemente a chi li alleva, poiché per ovvie ragioni diversi allevatori (anche se non tutti) non vi diranno quanto sia impegnativo questo cane.
Per possedere un Pastore del Caucaso è bene avere invece una buona cultura cinofila, affiancandosi magari a chi questa razza l’ha studiata ed avuta, in poche parole l’ha vissuta realmente.
Naturalmente sto parlando di “veri” rappresentanti della razza: perché ogni tanto mi capita di visitare le esposizioni cinofile e di vedere Pastori del Caucaso che si fanno accarezzare e pasticciare da chiunque passi in quel momento. Li vedo in bella mostra su ring minuscoli, uno vicino all’altro…allora ripenso allo standard, e mi rimane l’amaro in bocca.
I Pastori del Caucaso che vedo mediamente in giro non sono altro che il
surrogato dell’orgoglioso guardiano di un tempo: e questo non è giusto.
Se un Caucaso in esposizione si azzarda a ringhiare al giudice viene immediatamente squalificato (“comportamento non idoneo al ring”), e neppure questo è giusto, perché lo Standard stesso specifica che è TIPICO l’essere “mordace e diffidente con gli estranei”…e inserisce ” forte indifferenza” e “soggetto non mordace” tra i DIFETTI GRAVI.
Invece spesso si ha la pretesa di toccare il pelo del soggetto o di controllarne personalmente la dentatura, esattamente come si farebbe con un Labrador o con un Terranova.
Che senso ha?
Come in tutte le razze anche il Pastore del Caucaso sta pagando, e secondo me a caro prezzo, le varie manipolazioni da parte dell’uomo che, nel nome della selezione, modifica (e spesso snatura) molti lati del carattere delle varie razze.
Ma possedere un Pastore del Caucaso non significa avere un cane da mostrare agli amici, o con cui passeggiare in centro: significa piuttosto avere al nostro fianco un amico fidato, capace anche di sacrificarsi per noi se ce ne fosse realmente bisogno…ma ancora dotato di tutte le caratteristiche che l’hanno reso prezioso in tanti secoli di storia.
Il pastore del Caucaso è un cane fiero e orgoglioso: non umiliamolo per il nostro comodo riducendolo al grosso e pacifico “peluche” che non è mai stato, e di certo non vorrebbe mai diventare.

di Ivan Farinazzo

Pastore Tedesco

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Origine, classificazione e cenni storici Origine: Germania. Classificazione F.C.I.: Gruppo 1 – cani da pastore e bovari.

Il Pastore Tedesco è la razza canina più diffusa e conosciuta al mondo. Il suo nome originario in tedesco è “Deutsche Schaferhund” (Schafer = pastore, Hund = cane). Chiamato da moltissimi profani “Cane lupo” per le sue somiglianze con il Lupo nelle linee generali. Ci sono molte teorie più o meno valide sulle sue origini. Alcuni esperti sostengono la teoria che la razza si sia originata dall’incrocio di un comune cane da pastore ed un Lupo. Molti altri studiosi dicono che il Cane da Pastore tedesco derivi dal “canis familiaris matris optimae” del quale si sono trovati residui in Austria, Moldavia e appunto in Germania. Vi è anche chi sostiene la derivazione da antichissimi cani che non hanno discendenza diretta dal Lupo e dallo Sciacallo, in sostanza un “cane primordiale”. Comunque, anche se si riconoscono le sue antiche origini, il Pastore tedesco come lo intendiamo oggi, cioè il “tipo moderno” fu esposto alla fine dell’Ottocento a Hannover per la prima volta. La razza dal Novecento si è diffusa sempre più in tutto il mondo fino a diventare la più popolare. Popolarità contribuita fortemente da grandi allevatori come Walter Martin dell’allevamento “Wienerau” e molti altri grandi personaggi della cinofilia.

Aspetto generale

Cane di media taglia, con un portamento elegante. Possiede una ottima costruzione che permette alla razza di avere una grande spinta nel movimento. Ha una eccellente muscolatura e dei rapporti molto buoni.
Vedere Tavole anatomiche

Carattere

Il Pastore Tedesco è un cane molto equilibrato e disinvolto. E’ il cane più indicato in assoluto per essere sottoposto ad addestramento, data la sua ineguagliabile intelligenza e indole. Adatto a molti tipi di utilizzo come la guardia, la difesa della persona e della proprietà. Utilizzato moltissimo dalla Polizia cinofila come “cane poliziotto”. E’ dotato di coraggio e sicurezza. Si affeziona molto all’individuo che lo accudisce, per il quale sarebbe disposto a dare la vita.

Pastore Tedesco
Femmina di Pastore Tedesco  “Oprah di Fossombrone”
Campionessa Auslese 2004 in Germania (www.difossombrone.it)

Pastore Tedesco
Maschio di Pastore Tedesco “Quarz di Fossombrone” (www.difossombrone.it)

 

Standard

Altezza:
– maschi da 60 cm a 65 cm
– femmine da 55 cm a 60 cm
Peso:
– maschi da 30 kg a 40 kg
– femmine da 22 kg a 32 kg

Tronco: con dorso solido, rene largo. La groppa deve essere lunga e inclinata di circa 23 gradi rispetto al piano orizzontale. Di giuste proporzioni rispetto alla testa e all’insieme.
Testa e muso: di tipo cuneiforme. Deve essere lunga circa il 40% dell’altezza al garrese. Il rapporto cranio-muso è di 50:50%. La canna nasale è sempre dritta. La lunghezza del cranio è circa pari alla sua larghezza.
Tartufo: deve essere sempre di colore nero.
Denti: sani, regolarmente allineati, completi nel numero e nello sviluppo.
Collo: robusto, privo di giogaia. Ha inclinazione di 45 gradi rispetto al tronco.
Pelle: ben aderente in ogni parte del corpo.
Arti: sia i posteriori che gli anteriori devono essere in appiombo, con scapola ed omero di pari lunghezza. L’angolatura scapolo omerale è di 90 gradi. Femore e tibia formano un angolo di circa 120 gradi. Sia i posteriori che gli anteriori sono forti e ben muscolosi.
Movimento: è uno dei punti fondamentali per il giudizio di questa razza in concorsi cinotecnici. Questa razza deve avere un movimento impeccabile, con un trotto armonico e spazioso. Il posteriore è il “motore” che deve spingere il più possibile.
Muscolatura: ben sviluppata ed evidente.
Linea superiore: si sviluppa dall’inserzione del colo verso il garrese ed il dorso senza interruzioni, leggermente inclinato inclinato, sino alla groppa leggermente inclinata.
Coda: deve arrivare almeno fino all’altezza dei garretti. Viene portata pendente.
Proporzioni:  lunghezza tronco supera la misura dell’altezza al garrese del 10-17%. La lunghezza e la larghezza del cranio sono pressoché uguali.
Pelo: duro con sottopelo. Fitto il più possibile e di giusta lunghezza.
Colori ammessi: Nero con focature brune-rosse, brune, gialle, grigie. Nero  e grigio unicolore.
Difetti più ricorrenti: misure fuori standard, monorchidismo, criptorchidismo, mancanza dei premolari (rarissima), prognatismo, dentatura a tenaglia, movimento con poca spinta, movimento non fluido, carattere non disinvolto.

a cura di Vinattieri Federico – www.difossombrone.it

Rottweiler

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La sua origine è comune alla maggior parte dei molossoidi; è quindi remota e ha come progenitore il Mastino tibetano. Cani di tipo molossoide erano presenti in tutta la Germania già in tempi antichi. Questi cani prendevano il nome dalla diversa zona di questo Paese. Il nome di questa razza infatti deriva da quello della città di Rottweiler, dove era molto diffuso il “cane dei macellai”, un antico cane in grado di difendere la proprietà, fare la guardia, di trainare carretti e di eseguire tanti altri impieghi. Oggi è un cane molto temuto, per colpa di persone che lo acquistano solamente per avere un cane temibile, addestrandolo in modo errato. In realtà il Rottweiler, pur essendo un cane predisposto alla difesa, è fondamentalmente buono e leale sempre.

Aspetto generale

Cane di taglia superiore alla media. Il suo corpo è ben muscoloso e leggermente allungato rispetto all’altezza. Cane compatto e molto vigoroso. È una razza evocante forza, ma anche elasticità e grande resistenza. Corpo molto muscoloso e di eccellente tonicità. Possiede delle mascelle eccezionalmente forti.

Carattere

E’ un cane tranquillo, fedele con coloro che considera amici, ma si rivela un temibilissimo difensore e guardiano nei confronti di intrusi o estranei. È una razza dotata di grande coraggio. È dotato di un morso potentissimo. È considerato anche un ottimo cane per la famiglia e da compagnia. Incredibile a dirsi, ma è considerato anche un ottimo cane da pista. È una razza interessantissima per le sue molteplici attitudini. È facilmente addestrabile, infatti la maggior parte degli esemplari di questa razza lo sono. Quasi tutti i soggetti sono molto dominanti. Assolutamente non bisogna mai accentuare l’aggressività di questa razza. Per quanto riguarda la salute è un cane molto rustico e robusto, che non ha problemi particolari di nessun genere. Si può benissimo tenere in casa, dove ama stare, ma può benissimo vivere anche all’aperto, basta che gli si assicuri un giusto esercizio fisico quotidiano.

 

Rottweiler

Nalle, cucciola Rottweiler a 6 mesi ( proprietà di Luca Dioguardi www.difossombrone.it )

Rottweiler (foto www.agraria.org)

 

Standard

Altezza:
– maschi tra i 61 ed i 68 cm
– femmine tra i 56 ed i 63 cm.

Tronco: tronco ben muscoloso, leggermene allungato rispetto all’altezza; compatto e vigoroso, evocante forza, resistenza ed elasticità. Petto largo e profondo; dorso è diritto, robusto e teso.
Testa e muso: la testa è imponente, di media lunghezza; il muso è lungo come il cranio (rapporto 1:1).
Tartufo: molto ampio, con narici ben aperte; sempre scuro.
Denti: completi nello sviluppo e nel numero. Dentatura molto forte.
Collo: robusto e asciutto, privo di giogaia.
Orecchie: sono di grandezza media, pendenti, di forma triangolare, molto distanti tra loro, attaccate alte.
Occhi: sono molto scuri, d grandezza media, a mandorla.
Arti: sono bene in appiombo, di ossatura robusta, ben muscolosi.
Spalla: con buona inclinazione.
Andatura: rapida, sciolta e disinvolta. Scattante nei movimenti.
Muscolatura: di eccellente sviluppo.
Coda: la coda robusta veniva tradizionalmente tagliata corta e portata orizzontalmente. Attualmente lo standard prevede che la coda non possa più essere amputata, ma questa regola non è seguita in tutti i Paesi ma, ad esempio, in Germania sì.
Pelo: di lunghezza media, duro, compatto, aderente, disteso; presenza di sottopelo.
Colori ammessi: nero con focature ben delineate, di colore bruno fulvo saturo, sulle guance, sugli occhi, sul muso, sulla parte inferiore del collo, sul petto, sulla parte interna degli arti, sulla radice della coda.
Difetti più ricorrenti: prognatismo, enognatismo, appiombi irregolari, movimento scorretto, ambio, carattere aggressivo o timido, monorchidismo, criptorchidismo, mascella deviata, occhio chiaro, orecchie portate male, mancanza di premolari, tartufo depigmentato, retrotreno difettoso, piede di lepre, testa stretta, muso lungo, misure fuori standard, colori non ammessi, focature eccessive o poste in zone non previste dallo standard, angolazioni insufficienti, muscolatura insufficiente.

a cura di Vinattieri Federico – www.difossombrone.it

Maltrattamento Animali

Convenzione europea per la protezione degli animali da compagnia.

Capitolo II Articolo 3:

“Nessuno causerà inutilmente dolori, sofferenze o angosce ad un animale da compagnia.

Nessuno deve abbandonare un animale da compagnia.”

La legge n°189 del 20 luglio 2004 contiene le disposizioni concernenti il divieto di maltrattamento degli animali, nonché di impiego degli animali in combattimenti clandestini o in competizioni non autorizzate.

Viene inserita così una modifiche al codice penale, nel Libro II del codice penale viene aggiunto il Titolo IX bis – “Dei delitti contro il sentimento per gli animali”.

Cosa fare quando si intende segnalare un caso di maltrattamento? Chiunque, che sia privato cittadino o un’associazione, può rivolgersi ad un qualsiasi organo di Polizia Giudiziaria (Carabinieri, Polizia di Stato, Guardia di Finanza, Corpo Forestale, Vigili Urbani, etc…) segnalando uno dei casi di illeciti previsti dalla nuova legge e richiedendo un intervento per accertare il reato ed impedire che questi venga portato ad ulteriori conseguenze.

Inoltre, presso molti comuni italiani, è istituito lo Sportello per i diritti degli animali aperto al pubblico per informazioni e segnalazioni.

Dalla LAV , al numero telefonico 06 4461325 , verranno fornite risposte e sostegno alle segnalazioni di maltrattamenti. Gli aggiornamenti sulle iniziative in corso saranno disponibili sul sito www.infolav.org, gli aggiornamenti normativi sul sito www.reteambiente.it

Combattere il randagismo, non il randagio.
Il paradosso è abbandonare un cane per poi lamentarsi dei cani randagi.

Molto più spesso di quanto si immagini il cane, il gatto o addirittura il furetto, viene abbandonato sulle strade fuori città oppure davanti ad un canile ma anche in piena autostrada.

Ogni estate in Italia vengono abbandonati circa 100mila cani e 50mila gatti. Siamo noi che causiamo il randagismo, non i cani e i gatti.

E’ la mancanza di coscienza civile e di senso di responsabilità che porta a lasciare il proprio cane o gatto per strada perché non lo si vuole più in casa.

L’abbandono è un reato punito dal Codice penale (art. 1 comma 3 Legge 189/2004) : “chiunque abbandona animali domestici o che abbiano acquisito abitudini della cattività è punito con l’arresto fino ad un anno o con l’ammenda da 1.000 a 10.000 euro”.

Si dovrebbe riflettere a lungo prima di decidere se avere o no un animale nella propria casa: sarà una convivenza di parecchi anni, che cambierà radicalmente alcune abitudini della nostra vita e della nostra famiglia. Rendersi conto di non poter accudire il cane potrebbe costringere alla scelta dolorosa di doversene separare.

In questo caso non si dovrebbe arrivare a sbarazzarsene attraverso sistemi incivili: esistono delle strutture (canili e rifugi) che, seppure tra mille difficoltà, ospitano il cane per poi renderlo adottabile.

Quasi sempre a causare problemi agli animali sono proprio gli esseri umani: maltrattamenti, abbandoni, combattimenti, e tutti quegli atti che possono avere come conseguenza la sofferenza o la morte di animali.

Ma, senza arrivare a situazioni estreme come quelle descritte, in varie occasioni a noi più consuete, si può rischiare di incrementare, senza volerlo, lo stato critico in cui versano quasi 150.000 tra cani e gatti ospiti dei canili italiani. Solo nel periodo tra il 21 giugno e il 31 agosto 2008 sono stati abbandonati in Italia, su strade e autostrade, 14.000 cani.

Anche i cani cosiddetti di razza sono vittime delle mode! Grazie ad un film, ad una pubblicità, il cane o il gatto divetta oggetto di “tendenza”. Ma non deve essere certo la moda il motivo che ci induce a scegliere un cane.

Vaccinare il Cane e il Gatto

Vaccinare il cane e il gatto. E’ necessario sempre seguire le istruzioni del proprio veterinario circa le vaccinazioni da effettuare al proprio cane o gatto.

Attenzione alle truffe.

Al momento dell’acquisto o adozione, accertarsi che la documentazione sanitaria che accompagna il cucciolo sia completa e accreditata: se il cucciolo è stato vaccinato deve avere un libretto con data, etichette dei vaccini, timbro e firma del veterinario.Oltre alle notizie del cane: età, sesso, data di nascita, numero microchip.

E se arriva da lontano? Un animale da compagnia importato, per essere in regola con la normativa europea e garantire una profilassi corretta, dovrebbe avere non meno di 111 giorni (tre mesi minimi per l’ingresso in Italia più 21 giorni dalla data della vaccinazione antirabbica indispensabile per il rilascio del passaporto).

Importazione e esportazione di animali da compagnia.

La Comunità Europea ha stabilito delle regole precise di prevenzione contro il commercio illegale di animali, indicando le direttive per l’importazione legale e controllata degli animali da compagnia.

Divieto di introduzione in Italia di cani, gatti e furetti di età inferiore a tre mesi, sia se spediti per fini commerciali e sia se movimentati al seguito dei rispettivi proprietari o responsabili”: questo è quanto ribadito con una circolare dal Ministero della Salute facendo riferimento al Regolamento 998/2003/CE art.5 paragrafo 2.

Leggi da rispettare, altrimenti si tratta di traffico clandestino.

L’ultimo rapporto 2008 dell’Osservatorio nazionale zoomafia della Lav parla di 500 mila cuccioli importati illegalmente dai Paesi dell’est ogni anno in Italia.

Non avendo i cuccioli nessuna profilassi vaccinatoria, sono portatori in tutta la comunità europea di molte patologie (cimurro, parvovirosi, epatite, rabbia, ecc) che mettono in pericolo si la vita stessa dell’animale sia quella degli animali che già vivono sul territorio.

Molto spesso commercianti senza scrupoli, che alimentano un vergognoso mercato clandestino, importano animali di età notevolmente inferiore a quella consentita (25-30 giorni), senza nessuna copertura sanitaria, in condizioni igieniche pessime e, ovviamente, sprovvisti passaporto.

Alla fine del loro viaggio, i cuccioli trovano posto dietro le vetrine di alcuni negozi compiacenti di animali. Un allevatore serio e appassionato non cederebbe mai i propri cuccioli ad un negozio.

Regole per I nostri cani in citta

Alcune buone abitudini. Bastano pochi ma indispensabili accorgimenti per fa si che la convivenza uomo-cane sia pacifica e soddisfacente.

Strade pulite. Oltre che previsto dalle Ordinanze e dai regolamenti emanati dai comuni italiani, è buona norma di civiltà rimuovere sempre gli escrementi che il proprio cane lascia sul suolo pubblico.

La bustina di plastica o l’apposita paletta con sacchetto, deve essere portata sempre con sé durante la passeggiata con il cane. Molto spesso l’intolleranza verso i nostri amici cani deriva proprio dal comportamento scorretto dei loro proprietari.

Paura dei cani. Ci sono persone che temono i cani o i gatti perché semplicemente non sono abituati a loro o per vere e proprie fobie. E’ nostro dovere rispettare i timori altrui e quando necessario tenere il nostro cane al guinzaglio più vicino a noi assumendo un atteggiamento rassicurante verso chi mostra di averne paura.

Cani grandi e cagnolini. Oltre che di tragiche aggressioni verso persone perfino di famiglia, spesso abbiamo notizia di grossi cani che attaccano, con esiti anche mortali, cagnolini di piccola taglia.

Se è aggressivo con gli altri cani, evitare di lasciare il proprio cane libero di fare ciò che vuole, specie se si trova di fronte ai suoi simili più piccoli.Anche questa dovrebbe far parte delle buone regole del vivere comune. La legge del più forte non è argomento valido né tra gli umani né tra i nostri animali domestici.

Se il cane è particolarmente aggressivo nei confronti di persone o altri animali, sarebbe buona norma da parte del proprietario osservare una particolare attenzione nel condurlo in luoghi pubblici, a non affidarlo a persone che non siano in grado di controllarlo (per esempio bambini o anziani).

Non ci sarebbero razze cosiddette pericolose nei confronti di altri cani e persone, se si osservassero queste poche regole di convivenza e di buon senso.

Viaggiare con i nostri amici

Sono sempre di più le strutture turistiche disposte ad accettare animali (ci sono circa 2.647 alberghi e 680 agriturismo italiani accessibili ai cani): alberghi, agriturismo, spiagge, ristoranti.

In auto (art. 169 comma 6 C.d.S.), in treno, in nave, in aereo: i nostri amici quadrupedi possono seguirci ovunque: basta informarsi per tempo sui regolamenti che le varie compagnie aeree applicano per il trasporto di animali da compagnia e controllare quali sono i treni che in Italia accettano cani, e la loro sistemazione (in Italia o nel Paese estero dove il nostro amico quadrupede ci accompagnerà).

Lo stesso vale per i viaggi in nave: le varie compagnie adottano sistemi diversi per ospitare gli animali. Anche in questo caso è bene contattatare per tempo le compagnie di navigazione per conoscere i regolamenti sul trasporto di animali.

Non dimentichiamo di portare il loro libretto sanitario e l’iscrizione all’anagrafe canina. Nel libretto sanitario sono indicate le vaccinazioni effettuate oltre alle informazioni relative al soggetto (nome, sesso, razza, tatuaggio, indirizzo proprietari).

Viaggiare all’estero

Cani e gatti hanno delle profilassi da seguire per recarsi all’estero, oltre alle normali vaccinazioni, procedure contro parassiti interni ed esterni, da effettuare annualmente. Per determinati Paesi, (Svezia, Inghilterrra, Malta), è necessario fare il “blood test”: un prelievo di sangue del cane su cui verranno effettuati i test per la positività alla rabbia. Questo test deve essere eseguito con determinate tempistiche e scadenze.

Regolamento 998/2003 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 26 maggio 2003: movimentazione degli animali da compagnia.

Microchip. Dal 1° gennaio 2005 è obbligatorio l’inserimento del microchip sottocute per tutti i cani e gatti nati successivamente a questa data.
Passaporto. Dal 1° ottobre 2004 è obbligatorio per tutti gli animali d’affezione. Per ottenere il passaporto è necessario che il cane, il gatto o il furetto:
abbia già il microchip
sia iscritto all’anagrafe veterinaria dell’ASL di zona.
abbia effettuato la vaccinazione antirabbica.

Il passaporto può essere richiesto dopo 21 giorni dall’effettuazione della vaccinazione antirabbica e non ha scadenza.

Ricordiamo che l’abbandono del cane o del gatto è un reato punito dal codice penale (art. 1 comma 3 Legge 189/2004) : “chiunque abbandona animali domestici o che abbiano acquisito abitudini della cattività è punito con l’arresto fino ad un anno o con l’ammenda da 1.000 a 10.000 euro”.

Un cucciolo in ragalo Pensiamoci Bene

Perché, trascinati da una spinta emotiva, si potrebbe prendere un cucciolo come regalo per i nostri bambini che potrebbero “usarlo” come si fa con un giocattolo.

Ma poi, di fronte all’impegno e all’attenzione che richiede un cane a casa, magari si decide di portarlo al canile o, quando va bene, gli si cercherà un altro padrone.

Molti poi, purtroppo, ritengono ancora normale abbandonare il cane o il gatto che non è più gradito in casa. L’abbandono, oltre ad essere un gesto di grande inciviltà, è un reato punito dal Codice penale (art. 727 titolo IX – bis libro II codice penale)

In occasione di fiere e feste patronali commercianti con pochi scrupoli, allettati da possibili aumenti di richieste di cuccioli, si “riforniscono” da importatori illegali.

In generale, al momento dell’acquisto prestiamo attenzione ad alcuni suggerimenti:

Diffidare da chi propone cuccioli in vendita di molte razze: allevare cani non è un gioco, richiede tempo, denaro e tanta passione. Attenzione a chi dichiara “disponibilità di cuccioli di tutte le razze”. Le razze dei cani sono centinaia allevarle tutte è impossibile.
Il cane deve avere il libretto sanitario con annotate le vaccinazioni effettuate, vidimate dal veterinario, e un certificato di buona salute rilasciato dal servizio veterinario ASL oppure dal veterinario autorizzato ASL. Specifiche leggi regionali tutelano la salute e la movimentazione degli animali d’affezione.
Se di importazione, il cucciolo deve avere un’età non inferiore a 3 mesi: per legge (regolamento della comunità eurpopea 998/2003) 90 giorni è l’età minima per importare un cucciolo che deve possedere il certificato di vaccinazione antirabbica effettuata almeno 21 giorni prima della partenza. Tutti i dati, il numero di microchip, le altre vaccinazioni devono essere riportate sul passaporto del cane.
Il cucciolo dovrebbe restare con la madre almeno fino ai tre mesi di vita. Avrà modo così di apprendere dalla mamma e dai fratelli le nozioni di una normale vita sociale, garantendo così un normale sviluppo fisico e psichico.
Sarebbe bene avere la possibilità di vedere l’ambiente in cui il cucciolo di cane/gatto è cresciuto, che deve essere pulito, senza ciotole con cibo vecchio o residui di cibo; l’acqua pulita indica che viene cambiata spesso e il contenitore (ciotola, secchiello) pulito costantemente.
E’ preferibile poter vedere almeno uno dei genitori del cucciolo.
Conviene sempre chiedere informazioni sulla provenienza del cucciolo o dell’animale adulto ed avere il maggior numero possibile di notizie.
Cercare di avere un contatto diretto con l’allevatore o comunque con il proprietario di uno dei genitori del cucciolo.
Ricordiamo che è vietata la vendita di cuccioli prima dei due mesi di vita. Inoltre è vietata la vendita di cuccioli che non siano stati identificati mediante apposizione di microchip e registrati (Ordinanza Ministero della Salute del 6 agosto 2008. Gazzetta Ufficiale 20 agosto 2008).

Diritti degli animali

L’insieme codificato da disposizioni legislative dei comportamenti umani verso gli animali e delle condizioni di vita degli animali, cui corrispondono responsabilità e doveri dell’uomo (e quindi della società), costituisce i “diritti degli animali”.

Tali diritti sono alla base di tutte le disposizioni che disciplinano il rapporto uomo-animale, sia per la tutela del benessere degli animali, sia per la protezione degli animali.

La prima testimonianza di diritto che riguarda specificatamente gli animali è stata sancita nel 1641 nel Massachussettes. Essa afferma che “nessun uomo può esercitare alcuna tirannia o crudeltà verso gli animali tenuti dall’uomo per il proprio utilizzo” e scaturisce, da un lato dalla vocazione animalista dei colonizzatori inglesi, dall’altro dal contatto quotidiano con gli animali da parte dei nativi.

Durante l’ultimo secolo scienziati, umanisti, zoofili, giuristi, sociologi e politici sono stati sollecitati ad affrontare il problema della tutela della vita animale nella società. Ne è scaturito un ampio dibattito mondiale dagli elevati contenuti etici, scientifici e politici che ha condotto alla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Animale proclamata il 15 ottobre 1978 nella sede dell’Unesco a Parigi.

Anche se la Dichiarazione universale dei diritti dell’animale non ha alcun valore sul piano giuridico-legislativo, aver avvertito la necessità di confrontarsi su questo argomento rappresenta, per ogni persona e Paese, un passo avanti ed una scelta di civiltà.

Infatti, negli ultimi 25 anni, sono state emanate numerose disposizioni che confermano i diritti degli animali estendendo la disciplina legislativa ad ogni aspetto del rapporto con l’uomo e ad ogni fase dell’utilizzazione degli animali da parte dell’uomo.

In Italia, tali concetti sono stati chiaramente espressi nel 1961 dal Procuratore Generale della Corte Suprema di Cassazione Prof. Ernesto Eula:

«Per quanto concerne gli animali non si può parlare propriamente di soggettività giuridica mancando in loro quelle doti di razionalità, di libero volere e di responsabilità che sono proprie della personalità; non si può tuttavia considerarli come cose, ma creature sensibili che fanno parte della nostra convivenza, concorrendo ad integrare la nostra collettività. Si pone, naturalmente, in corrispondenza ai diritti degli animali, una somma di doveri per gli uomini, considerati singolarmente e nella loro collettività organizzata, impersonata nello Stato.»

Su questa linea si pone l’Accordo del 6 febbraio 2003 (pdf, 127 KB), siglato in sede di Conferenza Stato Regioni, tra il Ministero della Salute, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano e recepito con DPCM 28 febbraio 2003. L’accordo definisce alcuni principi fondamentali volti a realizzare una maggiore e sempre più corretta interrelazione tra uomo e animali da compagnia, assicurare in ogni circostanza il loro benessere, evitare che siano utilizzati in modo riprovevole e favorire lo sviluppo di una cultura di rispetto per la loro dignità anche nell’ambito delle realtà terapeutiche innovative come la pet-therapy.

La volontà degli organi di governo di riconoscere agli animali dignità di soggetti anche con disposizioni normative risponde all’accresciuta attenzione e diversa sensibilità della società nei confronti del mondo animale.

L’opinione pubblica ha maturato la consapevolezza che, oltre ad occuparsi delle loro condizioni igieniche e sanitarie, è necessario sviluppare un maggiore rispetto anche delle loro esigenze biologiche, delle loro caratteristiche comportamentali e, in generale, del loro benessere.

Il crescente interesse nei loro confronti trova un’ulteriore motivazione in un’organizzazione sociale caratterizzata da nuclei familiari sempre più ridotti e dall’aumento di persone sole che ricevono dai loro amici a quattro zampe sicura soddisfazione al bisogno di affetto e di compagnia. Gli animali d’affezione sono diventati veri e propri membri effettivi delle sempre più numerose famiglie che li accolgono, rivestono un ruolo nuovo e coinvolgente, a volte addirittura positivo per la salute umana.