Sbranato dalle tigri che accudiva Tragedia nell’ex parco a Pinerolo

Federico Lavanche
Federico Lavanche 4 Min Read

tigre

La vittima, Mauro Laggiard, da anni gestiva i felini rimasti

PINEROLO

tigreE’ stato sbranato dagli animali che amava al punto da non voler lasciare il parco , ormai abbandonato. Così è morto Mauro Laggiard, 72 anni, che viveva nel parco ornitologico Martinat di Pinerolo, nel torinese. Al momento non si conosce ancora la dinamica di quanto avvenuto. Sul Parco ormai chiuso ai visitatori e su come venivano tenute le tigri e un leopardo erano intervenute più volte le associazioni di animalisti, chiedendo anche l’intervento delle autorità e dell’Asl. I controlli avevano accertato la salute delle tigri e i titolari si erano sempre opposti a ogni possibile spostamento degli animali.

L’uomo è stato assalito e ucciso probabilmente mentre portava il cibo ai felini. Nell’oasi naturale vicino a San Pietro Val Lemina – dove si è verificata la tragedia – Carla Agosteo e suo marito Mauro Laggiard avevano hanno rinunciato a tutto pur di stare accanto alle loro tigri. Una sorta di simbiosi che li aveva portati a rinunciare a una comoda casa per vivere in una roulotte all’interno dell’ex parco ornitologico Martinat. Un parco che si estende su otto ettari fra San Pietro Val Lemina e Pinerolo. Negli anni la famiglia felina è cresciuta; oggi le tigri sono dieci, cinque adulti e cinque cuccioli, più un leopardo. Ovviamente i veterinari dell’Asl3 si sono preoccupati e così pure il sindaco di Pinerolo, Eugenio Buttiero, che deve garantire la sicurezza della zona. Gli animali sono rinchiusi all’interno di ampie gabbie di ferro in virtù di una vecchia convenzione, ormai scaduta, con il fondatore del parco, Sergio Martinat, morto da alcuni anni. Nelle scorse settimane dice Giorgio, il figlio di Sergio, aveva spiegato: «Ora il parco è chiuso al pubblico; per accedere alla gabbie ci sono doppi o tripli cancelli, ma in ogni caso le preoccupazioni rimangono». Gli animali non sono stati sterilizzati, e se è già difficile gestire dieci felini, il rischio di un progressivo aumento era reale.

Il sindaco stava valutando una serie di soluzioni. Aveva spiegato: «Abbiamo instaurato un tavolo con i veterinari e i nostri vigili per monitorare la situazione. I veterinari comunque mi hanno riferito che gli animali sono allevati con cura e non sono denutriti». Quella della coppia di gestori è una lunga storia: da quasi 30 anni accudisce le tigri, senza mai pensare di trovare un’altra sistemazione, neanche quando si sono verificati degli incidenti. Entrambi, infatti, sono stati feriti dagli artigli delle loro tigri. Mauro Laggiard e sua moglie avevano un banco di formaggi al mercato, poi hanno deciso di chiudere questa attività per dedicarsi interamente agli animali, ai quali sono legatissimi. Diceva Laggiard: «Mia moglie non accetterebbe mai di cedere le sue tigri ad un circo e del resto chi sarebbe disposto ad abbandonare a un futuro incerto il suo cane?». E ricordava un episodio: «Carla molti anni fa aveva una pelliccia di leopardo. Quando le è morto il cagnolino ha deciso di seppellirlo avvolto nella pelliccia. Del resto gli animali morti erano due e in due dovevano essere sepolti. Certo, le tigri danno tanto lavoro, ma le soddisfazioni ti ripagano delle fatiche. Io entro nelle gabbie, fin da piccolo sono stato abituato a conoscere questi animali, mio padre aveva già un leopardo».

fonte: lastampa.it

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Appassionato da sempre di animali di ogni genere, ho avuto la possibilità di allevarne molti, studiarli e apprezzarli. Non si finisce mai di imparare da loro.
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